L'UOMO SENZA PAURA
N° 65
Di Carlo Monni
1.
L’odore
tipico degli ospedali, disinfettante e sofferenze umane, colpisce le mie narici
quando io e Natasha Romanoff entriamo nella sala d’aspetto del pronto soccorso.
Da quello che mi dicono i miei
supersensi c’è molta gente in attesa e non sono certo di riconoscerli tutti.
-Matt!-
Candace Nelson si stacca dal gruppo
e viene ad abbracciarmi.
-Sono felice che tu
sia venuto.- mi dice mentre le sue lacrime scorrono dalle sue guance al mio
vestito -Quando ho sentito quel che era successo non potevo crederci… ma è
vero.-
Le accarezzo gentilmente i capelli e
le chiedo:
-Come sta?-
-È… è grave… molto
grave... i medici lo stanno operando ma non sanno se… se…-
Natasha la allontana gentilmente da
me e le porge un fazzoletto.
-Si calmi, Miss
Nelson.- le dice –Suo fratello è più duro di quanto la gente pensi, io lo so
bene. Vedrà che ce la farà.-
Franklin, “Foggy” Nelson è il mio
più caro amico, praticamente un fratello, ed ora che è tra la vita e la morte
mi sento come impotente: tutte le mie abilità non servono a nulla adesso.
Mi avvicino agli altri: il padre di
Foggy, Edward, sua moglie Anna e Liz Osborn, la fidanzata di Foggy.
-Grazie di essere qui
avvocato Murdock.- mi dice Nelson.
-Ero solo Matt quando
ero all’università e Matt rimango ancora oggi, Mr. Nelson.- gli dico
pacatamente.
-Sì, certo… scusami
Matt è che sono nervoso… nervoso e preoccupato. Se Foggy dovesse… scusami non
riesco neanche a dirlo.-
-Ma cosa gli è
successo esattamente?- chiedo –Il notiziario parlava di incidente stradale.-
È Katherine Malper a rispondermi:
-Stiamo cercando di
stabilirlo. L’unica cosa che sappiamo per certo è che ha perso il controllo
della sua auto ed è finito fuori strada. Per fortuna il motore non è esploso
o…-
Non finisce la frase, ma il
significato è chiaro. Foggy è ancora vivo, però, e per ora è sufficiente, anche
se rimangono molte domande senza risposte, ma forse lei le ha. Kathy è la numero due della Procura degli
Stati Uniti per il Distretto Sud dello Stato di New York e capo della Divisione
Penale di sicuro si è già data da fare.
-Non sappiamo cosa ci
facesse nella zona del porto… da solo.- mi dice –Apparentemente non ci sono
segni di sabotaggio sull’auto. Le sue analisi hanno avuto la priorità e non
mostrano segni di droghe o di alcool in eccesso.-
-Foggy si è fatto molti
nemici.- commento –Se fosse una vendetta?-
-Qualcuno fatto condannare
da lui o la vendetta trasversale di un nemico di Devil? Non so, ma non mi
convince. Tuttavia…-
-Tuttavia?-
-Aveva su di sé un
microregistratore. Non ho ancora sentito cosa ha registrato ma…-
In quel momento la porta della sala
operatoria si spalanca e ne esce il chirurgo. Ci volgiamo tutti verso di lui
mentre io cerco di capire qualcosa dai suoi segni vitali
-L’operazione è andata
bene.- dice –Il paziente è stabile ma…-
-Ma…?- è stata Liz a
parlare.
-Ma è troppo presto
ancora per dire quanto siano estesi i danni, specie alla spina dorsale. Dovremo
aspettare che si svegli.-
-Vivrà, non è vero?-
chiede il padre di Foggy.
-Se non accade nulla
nelle prossime ventiquattr’ore… sì… ritengo di sì.-
Sento Liz Osborn abbandonarsi ad un
pianto liberatorio. Vorrei dirle qualcosa ma non so cosa. Per fortuna, di lei
si occupa Anna Nelson.
Cerco istintivamente Candace e solo
allora mi accorgo che c’è un uomo con lei, uno che conosco. Non vorrei ma colgo
parte della loro conversazione.
-Devo andare adesso.-
sta dicendo lui –Capisci… il lavoro…-
-Va bene, certo. Vai
pure.-
-Ti chiamo più tardi,
sta tranquilla.-
Se ne va dopo essersi chinato
brevemente su di lei ed io mi avvicino.
-Era Timothy Byrnes
quello?- le chiedo.
-Matt… come fai a
saperlo?-replica Candace.
-La voce… il
dopobarba, non è difficile. Sei venuta con lui?-
-E anche se fosse?
Perché ti interessa?-
Bella domanda. Non conosco bene Tim
Byrnes: di lui so che è un avvocato in gamba ed ambizioso e forse, solo forse,
sa qualcosa dei segreti del Seminatore di Morte. Ma non c’è solo questo:
Candace è la sorella del mio migliore amico e mi seccherebbe se dovesse
soffrire per essersi fidata ancora una volta dell’uomo sbagliato. È una donna
adulta, però, e spero sappia quel che fa.
Meglio lasciar perdere per ora e
pensare solo a Foggy. Se c’è qualcosa di storto nel suo incidente, lo scoprirò
e qualcuno pagherà per questo.
Il luogo è un ufficio dove un uomo sta comunicando con altre persone in teleconferenza.
-Temo che abbiamo esagerato con Nelson e lo abbiamo spinto troppo oltre.-
<<Pensi che abbia voluto suicidarsi?>> chiede uno degli interlocutori.
-No. Ho sempre considerato Nelson uno smidollato ma non è il tipo da facili scappatoie: è più facile che fosse troppo teso per guidare lucidamente.-
<<E intanto il tuo piano per avere informazioni riservate ha avuto una battuta d’arresto.>> interviene una donna <<E se Nelson decidesse di parlare…>>
-Anche se lo facesse, non sa niente di noi che possa danneggiarci.-
<<Io dico che non dobbiamo correre rischi. Propongo di eliminare Nelson e chiunque altro possa potenzialmente danneggiarci.>> aggiunge un altro <<Chi la pensa come me?>>
<<Io.>>
<<Io.>>
-Sembra che il voto decisivo sia il mio.- commenta l’uomo -Bene… io voto per mantenere le cose come sono. Abbiamo speso troppo per questo piano per abbandonare tutto adesso. Se le cose prenderanno una brutta piega, allora interverremo.-
Sa cosa pensano gli altri: sta rischiando grosso e tra di loro c’è chi aspetta solo che lui faccia un passo falso. Che ci provi pure.
Conosco
Foggy Nelson da anni: ha i suoi difetti ma è un uomo buono e non merita quello
che gli sta accadendo. Prima la scomparsa di sua madre ed ora questo.
Chiamatemi paranoico ma ho la sensazione che i due eventi siano in qualche modo
correlati e il mio istinto di giornalista raramente sbaglia.
Mi chiamo Ben Urich ed ho la
sensazione di essere su una pista che scotta.
2.
Timothy Byrnes mi
si avvicina con un’espressione un po’ impacciata.
-Devo tornare in ufficio… spero che tu
capisca, Candace.-
Sollevo
la testa a guardarlo. Non lo biasimo: ha la sua vita ed io sono appena un
episodio.
-Va bene.- rispondo –Capisco.-
Poi
lui mi sorprende dicendo:
-Ti chiamo più tardi e se ce la faccio ti
raggiungo… mi piacerebbe se cenassimo insieme.-
Non
so cosa dire: ho flirtato con lui per avere informazioni poi la cosa mi ha
preso la mano e siamo finiti a letto insieme. Siamo due adulti consenzienti e
questo non crea necessariamente un legame tra noi ma mi fa piacere che mostri
almeno un po’ di interesse per la sorte di mio fratello.
Parlo
brevemente con Matt ed è una conversazione imbarazzante, poi si avvicina mia
madre e non sono sicura che mi faccia piacere: non ho proprio voglia di un
sermone sul mio stile di vita.
-Chi era quel giovanotto con te?- mi chiede
–Ho la sensazione di averlo già visto da qualche parte.-
-Magari hai visto la sua foto sul Bugle o
un altro giornale.- rispondo -È un avvocato famoso.-
-No… non è questo. Credo di averlo
incontrato la settimana scorsa nell’ufficio di tuo padre… ma forse mi sbaglio.-
Improvvisamente
la mia attenzione è risvegliata: mio padre è un broker di Wall Street. Che ci
faceva Tim nell’ufficio di papà? A meno che…
-Mamma era proprio nell’ufficio di papà che
l’hai visto oppure…?-
-Beh… io aspettavo l’ascensore e lui è uscito.
L’ho notato perché…-
Non
la sto più a sentire, mi alzo di scatto e mi dirigo verso un uomo in piedi in
un angolo.
-Ciao Ben.- lo saluto.
-Ciao, Candace.- replica Ben Urich –Mi
dispiace per tuo fratello.-
-Se la caverà.- ribatto con una convinzione
che sono ben lontana dal provare -Ascolta Ben, ho delle informazioni sul Fondo
Sterling. Non sono molto orgogliosa del modo in cui le ho ottenute ma ora non
ha importanza. Ricordi quel broker amico di mio padre di cui ti ho parlato
l’altro giorno? Beh è coinvolto col Fondo Sterling più di quel che dà ad
intendere e val la pena di fargli una visitina.-
Spiacente
Tim ma un buon articolo è sempre un buon articolo.
Quando entro nel suo ufficio grazie ad una finestra
aperta, il battito cardiaco di Kathy Malper ha un improvviso balzo.
-Perché quelli come te non entrano mai dalla porta, Devil?- mi chiede
con un po’ di velato sarcasmo.
-Perché non sarebbe abbastanza spettacolare e noi avventurieri in
costume abbiamo una reputazione da difendere.- replico.
Posso quasi sentire
l’intensità del suo sguardo come se fosse qualcosa di tangibile. Percepisco una
lieve esitazione in lei come se non fosse sicura di cosa dirmi.
-La tua compagna dai capelli rossi non è con te? Pensavo foste una
coppia di questi tempi… anche se stamattina l’ho vista con Matt Murdock.-
-Natasha ha un amico in ospedale.- replico –Ha accompagnato Murdock su
mia richiesta e poi mi ha riferito che avevi qualcosa che poteva farmi piacere
sentire.-
Altra lieve esitazione.
-La registrazione di Nelson certo.- dice infine –Non dovrei fartela
sentire, tu sei solo un vigilante e questo è un elemento di prova… ma… in
passato mi hai fatto dei favori ed in un certo senso è merito tuo se sono nel
posto che occupo… anche se non sono troppo sicura che sia stato un bene per
me.-
-Troppe pressioni?-
-Non hai idea. Era già complicato dirigere la Divisione Penale ma ora,
finché Nelson non si riprende, sono io il capo della baracca ed è uno stress
continuo.-
-Capisco… niente più baseball.-
-Molto spiritoso. Bene… ora sta a sentire…-
Prende un registratore
dal tavolo e lo accende.
-Questa è una copia, l’originale è alla scientifica per gli esami,-
La prima che sento è
una voce sconosciuta:
<<Mi
fa piacere vedere che ha accettato il mio invito avvocato Nelson.>>
Segue
la voce di Foggy. Non è esattamente spaventato ma preoccupato
<<Chi…
chi è lei?>>
<<Mi
chiami una parte interessata… interessata a certe informazioni in possesso del
suo ufficio su certe indagini delicate.>>
<<Cosa?
No… non posso farlo e non lo farò.>>
-<<In tal caso, mi vedo costretto a chiederle: quale
parte anatomica di sua madre desidera ricevere per prima a casa sua? Gliene
manderemo una al giorno finché non si deciderà… o finché non resterà più nulla
da inviare. Scelga lei.>>
<<Io…
io non… io sono un funzionario pubblico e non posso cedere a un
ricatto.>>
<<Ma
lo ha già fatto in passato. Non ricorda di come, quando era Procuratore
Distrettuale si fece incastrare da un certo Mr. Kline e per uscirne si piegò a
far processare la Vedova Nera per un omicidio che non aveva commesso?>>
<<Come…
come avete fatto a… a…>
<<A
saperlo? Siamo un consorzio con molte risorse. Ovviamente terremo queste
informazioni per noi finché farà il bravo. Saremo gentili con lei: le diamo
tempo sino a domani a mezzogiorno per decidere, poi agiremo.>>
L’interlocutore di Foggy smette di
parlare e per un po’ ci sono rumori di sottofondo, poi di nuovo la voce di
Foggy, il suo tono è decisamente spaventato.
<<Matt…
se sentirai questa registrazione vorrà dire che mi sarà successo qualcosa. Non
posso cedere al ricatto ma potrei far loro credere di volerlo fare: è l’unico
modo che mi viene in mente per impedire che uccidano mia madre… almeno per il
momento. Sono abbastanza sicuro che alla fine vogliano ucciderci entrambi. Nel
caso mi accadesse qualcosa, conto su di te. Intanto avrai qualcosa da cui
partire: il posto dove mi sono appena recato: un magazzino dismesso nella zona
del porto. E precisamente…>>
Ascolto
l’indirizzo e poi la registrazione si interrompe. Kathy Malper mi chiede:
-Chi è… o era questo Mister Kline?-
-Una storia molto vecchia che risale a quando ho
conosciuto la Vedova Nera. Da quel che ne ricordo, quando divenne Procuratore
Distrettuale Foggy aveva tra i suoi assistenti principali un giovane ambizioso
di nome Mason Hollis, troppo ambizioso, visto che aveva una doppia vita nei
panni del boss criminale mascherato noto come Crime-Wave.-[1]
-Mi ricordo di lui. Ero anch’io alla Procura
Distrettuale in quel periodo, prima di accettare un posto qui. Hollis era uno
che si atteggiava a umile e innocuo ma in realtà era un arrogante figlio di…-
-Esatto. Ad un certo punto fabbricò delle prove
false che collegavano Foggy al network criminale di Crime-Wave progettando di
incastrarlo per i suoi crimini e prenderne il posto. Un certo Kline lo venne a
sapere, non so come, e ricattò Foggy minacciando di rendere pubblici quei
documenti. Foggy finse di collaborare mentre io e la Vedova sistemavamo quel
Kline.-
La
storia non andò esattamente così: Foggy aveva davvero ceduto al ricatto ma non
c’è bisogno che Kathy lo sappia.[2]
-Credi che il ricattatore abbia voluto chiudere
la bocca a Nelson?- mi chiede.
-Non mi convince.- rispondo –Non potevano sapere
le vere intenzioni di Foggy e credo siano rimasti spiazzati dall’incidente.
Forse questo può tornare a nostro vantaggio.-
-Intendi che Razor Sharpe potrebbe essere ancora
viva?-
-Esatto: non hanno convenienza ad ucciderla
finché non sono sicuri che Foggy non può essere loro utile… almeno spero.-
-Beh… sperare non costa nulla. Il magazzino è
stato perquisito, ovviamente, ma i tecnici del F.B.I. non hanno trovato niente
di rilevante.-
-Quella è gente molto furba… ma spero non
abbastanza furba per me.-
Senza
dire altro mi tuffo dalla finestra.
Lo
ammetto: mi diverto ad entrare nei locali frequentati dai criminali, mi piace
il silenzio che si crea quando entro: quel misto di ostilità e paura negli
sguardi dei presenti. Qualcuno ha detto che i criminali sono una razza codarda
e superstiziosa e non aveva del tutto torto.[3] Circolano
delle leggende su di me: storie di come il Ragno Nero non sia un boy scout come
l’Uomo Ragno, che non abbia problemi a fare del male ai suoi antagonisti e di
come molti di loro siano finiti all’ospedale con le ossa rotte. C’è molta
esagerazione in queste storie. Molta, non tutta.
L’uomo che sto cercando è ad uno dei
tavoli d’angolo e sta bevendo. Forse cerca di dimenticare il nostro ultimo
incontro.
-Ciao, “Naso”
come va il mignolo?- gli chiedo.
“Naso” Norton spalanca gli occhi appena
mi vede. Mentre sono in piedi davanti a lui mi viene in mente che non ho mai
saputo il suo vero nome, forse l’ha dimenticato anche lui. Tutti lo chiamano
solo “Naso” e basta guardarlo per capire perché.
-Ragno Nero!-
esclama –Non ho fatto nulla, sono pulito.-
-Certo, come no.-
replico sporgendomi verso di lui –Ascoltami piccolo verme, voglio informazioni
sul Seminatore di Morte e se le risposte che mi darai saranno soddisfacenti,
forse… solo forse… non ti romperò un altro dito.-
-Io non so nulla
di quel matto.- la sua voce è stridula per il panico.
Il mio senso di ragno pizzica improvvisamente.
Posso immaginare il perché.
-Scusa un attimo,
“Naso”, torno subito.-
Mi volto verso il comitato
d’accoglienza munito di coltelli, bottiglie e perfino pistole.
-Fatemi
indovinare…- dico -… la presenza tra di voi di questo Ragno brutto, nero e
cattivo non vi va a genio e volete porvi rimedio, giusto? Vi dirò una cosa:
spero che abbiate rinnovato l’assicurazione sanitaria.-
Non replicano e mi va bene: anch’io
sono un uomo di poche parole in fondo.
Mi bastano poco più di due minuti. Ci
sono andato piano stavolta: solo due avranno seriamente bisogno del dottore.
Mi giro verso “Naso” che è rimasto appoggiato
contro una parete:
-Bene... dove
eravamo rimasti?
3.
Il suo nome è Jonathan Powers ed è un attore
fallito. Potremmo anche dire che è un attore pressoché privo di talento, ma
sarebbe forse troppo ingeneroso nei suoi confronti, dopotutto Jonathan Powers
ha davvero un talento speciale, quello che ha fatto di lui il supercriminale chiamato
Jester, che ultimamente si è rifatto vivo in città con una serie di audaci
furti e rapine, riuscendo anche a farsi beffe del suo avversario di sempre:
Devil.[4]
Il problema di Jester
è che senza costanti sfide si annoia. Ma cosa fare, quale impresa tentare che
non abbia già fatto?
Improvvisamente sente
alla TV una notizia ed un sorriso si allarga sul suo volto. Ha trovato una
nuova sfida.
La visita al capannone
dove Foggy ha incontrato il suo misterioso interlocutore non ha portato molte
risposte. Chiunque sia stato lì ha fatto in modo di cancellare ogni traccia del
suo passaggio. Un buon lavoro, fatto anche per confondere chi è dotato di
supersensi, cosa che senza volerlo mi ha dato un po’ di informazioni: ho di
fronte gente molto competente che o sa chi sono o è abituata alle interferenze
dei supereroi. Si sono definiti un consorzio, non è la stessa definizione che aveva
usato Evelyn Glenn per l’organizzazione che voleva trasformare l’assassino mio
padre in un super essere?[5]
E se fossero gli stessi?
Sono
così intento nelle mie riflessioni che mi accorgo di una presenza alle mie
spalle. Evito di misura un pugno che avrebbe potuto uccidermi e mi volto verso
un avversario che non affrontavo da tempo.
Credo di essermi
addormentata sulla sedia. Mi sveglio di soprassalto. Foggy è ancora privo di
sensi nel letto della cameretta in terapia intensiva con una serie di tubi che
gli escono un po’ da tutte le parti. Non meritavi questo fratellone. Tu sei
sempre stato il bravo ragazzo ed io quella che si metteva nei guai.
-Candace…-
A
parlare è stata Liz Osborn, la fidanzata di Foggy. Confesso di essere stata
scettica su di lei, ma è chiaro che i suoi sentimenti sono sinceri.
-Vai a riposare.- mi dice –Resto io qui
adesso. Se ci sono novità ti chiamo.-
Dovrei
darle retta. La notte scorsa ho dormito pochissimo e da quando ho saputo di
Foggy non mi sono concessa molto riposo. Un bel materasso mi sembra un sogno
lontano.
Prima
che possa dire qualcosa un debole lamento viene dal letto: Foggy si sta
svegliando. Grazie a Dio si sta svegliando.
4.
Mentre entrano nel
salone dove è in corso un party Robert Diamond in smoking si rivolge a Dakota
North, fasciata da uno splendido abito da sera.
-Quando sei capitata a casa mia chiedendo il mio aiuto,[6]
avresti dovuto dirmelo che volevi solo un accompagnatore a questa festa. Io già
pregustavo un bel combattimento all’arma bianca.-
-Non è detto che non l’avrai. In fondo devi stanare una selvaggina
molto pericolosa.-
-Davvero? E chi sarebbe?-
Dakota indica una
donna decisamente bella che indossa un abito da sera nero con le spalle nude
che fascia perfettamente un corpo flessuoso con tutte le curve al punto giusto,
i capelli sono nerissimi e raccolti a crocchia, gli occhi grigi e penetranti.
Un concentrato di femminilità… e pericolosità. Bob conosce bene quel tipo di
donna. La vede ridere esageratamente alle battute degli uomini che la
circondano ma nei suoi occhi c’è una luce particolare, la stessa che deve avere
una leonessa quando ha adocchiato una gazzella.
-Chi è?- chiede Bob.
-Si chiama Mary Elizabeth Sterling ma si sospetta che usi anche un
altro nome: quello del supercriminale chiamato Seminatore di Morte.-
Il mio aggressore carica con la grazia di un toro ma io sono rapido ad
evitarlo. È vestito completamente di nero e so che probabilmente indossa un
fazzoletto a coprirgli il volto. Non che abbia molta importanza per me: i miei
supersensi mi avevano già detto chi era prima ancora che tentasse di colpirmi.
-Bullet!- esclamo evitando
il suo assalto -Non cambi proprio mai. Chi ti paga stavolta?-
-Questo non deve
importarti Devil.- ribatte lui tornando all’attacco -Come al solito stai
ficcando il naso dove non avresti dovuto. I miei committenti si aspettavano la
tua interferenza e mi hanno mandato a darti un avvertimento.-
-Fammi indovinare:
non devo impicciarmi dei loro affari. Avrebbero avuto più successo in questo se
non avessero coinvolto Foggy Nelson. Ora sono diventati affari miei.-
Mentre parlo evito un altro suo
pugno, salto sopra di lui e ricadendo gli stringo il collo con le gambe
facendolo cadere, poi, dopo una capriola, mi rimetto in piedi.
Sento il cuore di Bullet battere
furiosamente ed il suo respiro è come un mantice per le mie orecchie. Si rialza
e carica ancora come un rinoceronte infuriato. Lo attendo senza muovere un
muscolo, poi all’ultimo momento salto di lato ed il suo stesso slancio lo porta
a finire contro la vicina parete. Chiunque altro sarebbe morto o almeno pronto
per l’ospedale, ma lui è solo stordito. Non gli do il tempo di rialzarsi e calo
il mio piede sul suo collo: una semplice pressione su una certa vertebra e lui
non sarebbe più un problema… se io fossi il tipo che fa certe cose.
-Chi ti ha pagato?-
chiedo ancora.
-Gli stessi che hanno
pagato qualcun altro perché si prenda cura del tuo amico Nelson,- ribatte lui.
Foggy è in pericolo? Per fortuna che
ho preso le mie precauzioni.
Liz Allen alza gli occhi all’entrata dell’infermiera.
-Devo cambiare le flebo ed i cateteri.- dice la nuova arrivata –Le
spiace uscire un momento?-
-Ma certo.- risponde lei distrattamente alzandosi dalla poltroncina
È appena arrivata
sulla soglia della stanza quando si ferma di colpo.
-Un momento!- esclama –Hanno già cambiato le flebo un quarto d’ora fa e
lei… lei non è una delle infermiere del piano ne sono sicura. E poi… dove sono
finiti gli agenti di guardia alla porta?-
La sola risposta
dell’infermiera è un colpo di taglio che prende Liz alla gola facendola
svenire. La donna la trascina dentro la stanza e la lascia cadere a terra.
-A te penserò dopo.- dice con voce che ora lascia trasparire un accento
russo -Ora devo occuparmi di Nelson.- si avvicina al letto ed estrae una
siringa -Nulla di personale, signor Procuratore.- mormora –Solo lavoro.-
Prima che possa
iniettare il contenuto della siringa in una delle flebo una voce femminile
echeggia alle sue spalle:
-Io non lo farei Melina.-
La bionda si volta di
scatto. Il suo bel viso è distorto da un’espressione di furore mentre esclama:
-Romanova. Devi sempre interferire con ciò che non ti riguarda.-
-Al contrario “Compagna Vostokova”…- ribatte la Vedova Nera appena
entrata da una finestra -… quello che accade a Franklin Nelson è affar mio da
tanto tempo. Tu piuttosto, Iron Maiden… chi ti paga per ucciderlo? E cosa c’è
in quella siringa: curaro, cianuro?-
-Se ci tieni tanto a saperlo shlyukha[7], provalo tu stessa!-
Con uno scatto felino
la donna chiamata Iron Maiden tenta di colpire la Vedova Nera con la siringa ma
lei si scosta rapidamente e le afferra il polso per poi torcerglielo. La sua
avversaria tenta di resistere ma alla fine deve cedere: la siringa cade a terra
e Natasha la allontana con un calcio.
-Ora Melina…- dice -… parleremo da brave amiche e tu mi dirai chi vuole
Nelson morto. Non saranno gli stessi che ti avevano assunta per rovesciare il
governo di una repubblica dell’America Latina per caso?-[8]
-Non siamo mai state amiche, Romanova, mai.- ribatte l’altra gettandosi
indietro e contemporaneamente sferrandole un calcio con la gamba destra.
La Vedova perde la
presa sul polso dell’avversaria e nell’evitare il calcio cade lontano da lei.
Iron Maiden scatta
rapidamente in piedi ed allo stesso tempo estrae da una tasca una maschera
azzurra che si fissa al volto.
-Ora va meglio.- dice, poi si rivolge a Natasha –Ora io e te regoleremo
vecchi conti.-
-Attenta… ricorda chi ha sempre vinto finora tra noi due.-
-Pura fortuna. Sono più in gamba di te e lo dimostrerò.-
In quel momento la
porta si spalanca e sulla soglia appaiono un paio di guardie armate
dell’ospedale fiancheggiate da agenti federali.
-Alla buon’ora.- esclama la Vedova Nera –State fermi, me la vedo io con
lei.-
-Questo lo dici tu.-
Per quanto le dia
fastidio, Iron Maiden ricorda la prima regola del suo lavoro: se non puoi
portare a termine la missione, fuggi. Da un’altra tasca lascia cadere qualcosa
e dall’esplosione e successivo lampo accecante, Natasha capisce che si tratta
di una cosiddetta granata flash-bang.
Quando recupera la
vista Iron Maiden è scomparsa. Potrebbe provare ad inseguirla ma sa già che
sarebbe inutile. Se non altro le ha impedito di uccidere Nelson, i suoi datori
di lavoro non ne saranno contenti.
5.
Robert Diamond sgrana gli occhi e ribatte:
-Il Seminatore di Morte… quella ragazza? Vuoi scherzare?-
-Mi piacerebbe ma sono seria.- replica Dakota North.
-Ma se sanno che è lei, perché non l’arrestano?-
-Prove... non ce ne sono a suo carico, solo sospetti.-
-E tu vorresti trovare quelle prove? Perché?-
-Sono più interessata all’uomo con cui lei sta parlando: si chiama
Richard Hartley ed è un agente di borsa. Amministrava il Fondo Fiduciario
Sterling assieme all’avvocato Bradley Milton… e Milton è stato ucciso dal
Seminatore di Morte. Adesso Mary Elizabeth Sterling si interessa a Hartley, non
può essere solo una coincidenza.-
-Magari vuole solo un resoconto sui suoi investimenti. Non dirmi che
temi che voglia portarselo a letto e poi farlo fuori come Sharon Stone in quel
film.-
-Tutto può essere. Sono qui per scoprirlo.-
-E che vorresti che facessi?-
-Distraila con qualunque mezzo mentre io mi occupo di Hartley e cerco
di portarlo lontano da qui.-
-In pratica vorresti che usassi il mio fascino? Non so se esserne
lusingato o deluso. Beh…vediamo che posso fare, forse sono un po’ arrugginito.
Con ogni mezzo, hai detto? Intendi anche…-
Ma Dakota non lo
ascolta, il suo sguardo si è fissato su una bionda platinata, inguainata in un
tubino sfacciatamente sexy, che dall’altro lato della sala sbircia lo stesso
gruppetto.
-Che ci fa lei qui?- esclama –Rovinerà tutto.-
-Di chi parli? Oh… Felicia. Un look un po’ esagerato ma niente affatto
male.-
-A lei ci penso io, tu occupati della Sterling.-
-Agli ordini comandante.-
Rapidamente Dakota si avvicina
alla bionda platinata che la accoglie con un sorriso.
-Dakota North se non sbaglio. Che piacere incontrarti qui.-
-Vorrei dire lo stesso, Miss Hardy.- replica la rossa –Che ci fa qui la
Gatta Nera?-
-Dammi pure del tu, in fondo siamo colleghe.- risponde Felicia Hardy - Che ci faccio qui? La stessa cosa che ci fai tu,
immagino. La mia agenzia investigativa ha un contratto con lo Studio Legale
Sharpe & Associati come tu ce l’hai con Nelson & Murdock. A proposito,
lo sai che Matt Murdock è davvero un bell’uomo? Non dovresti fartelo sfuggire.
Ci farei un pensierino io stessa se…-
-I miei rapporti con Matt Murdock non sono affari tuoi.- taglia corto
Dakota -Allora sei qui anche tu per Hartley, se ho capito bene.-
-I miei committenti non hanno preso bene che uno dei loro avvocati, per
tacere di un guardiano notturno, sia stato ucciso da quella donna e che lei se
la cavi. Cattiva pubblicità in un momento difficile immagino. Da quel che ho
saputo, Hartley è il più probabile prossimo bersaglio del Seminatore di Morte.
-Sembri convinta che la Sterling sia davvero il Seminatore.-
-Sono pronta a scommetterci quel che vuoi. Il mio solo dubbio è se
intenda solo uccidere Hartley o voglia anche qualcos’altro da lui… qualche informazione
che solo lui ha… il che spiegherebbe perché l’ha agganciato qui. Certo Hartley dovrebbe
sapere dei sospetti su di lei, ma io so bene che in certe circostanze gli
uomini non ragionano col cervello.-
-Se non lo sai tu…- borbotta Dakota mentre Felicia continua a sorridere
imperturbabile –Ma non hai pensato che se lei ti vede e ti riconosce mangerà la
foglia?-
-Ma è proprio quello che vogliamo: innervosirla e sperare che faccia un
passo falso.-
-Vogliamo?-
-Non te l’ho detto?- la Gatta Nera assume un’espressione sorniona –Ho
un socio, una specie di angelo custode che aspetta solo il momento buono per
intervenire.-
Non
ho mai visto tanti poliziotti concentrati in così poco spazio. La maggior parte
sono agenti federali di tante di quelle sigle che ho perso il conto. Sono
giustamente preoccupati per la fuga della killer che ha tentato di uccidere
Foggy ed ha ucciso spietatamente due dei loro che dovevano fargli la guardia.
Io, da parte mia sono più preoccupata per la sorte di mio fratello e per Liz
Allen, che, grazie al Cielo, sembra essersela cavata solo un po’ di spavento
anche se per un po’ mi sa che parlerà con voce roca.
-Miss Nelson…-
A parlare è stato un uomo che ha
un’età indefinibile tra i trenta ed i quarant’anni, capelli neri, abito scuro
ed impeccabile camicia bianca con cravatta a righe nere e rosse. Ha qualcosa di
Sean Connery ma anche di George Clooney. L’anello al suo anulare sinistro mi
dice che è sposato. Peccato, sono sempre i migliori che se ne vanno per primi.
Lascio perdere questi pensieri oziosi e bado a quel che mi sta dicendo:
-Sono l’Agente
Speciale Corrigan. Del F.B.I. e volevo dirle che non perderemo di vista suo
fratello nemmeno per un secondo.-
-Me lo auguro.-
ribatto - suoi uomini non ci hanno fatto una gran figura sinora. Senza
l’intervento della Vedova Nera, mio fratello a quest’ora sarebbe morto.-
-Ha ragione e mi
dispiace. Io ho perso due bravi agenti e dovrò dare la notizia alle loro
famiglie.-
-Mi dispiace… non
volevo essere così dura.-
-Ha tutte le
ragioni di esserlo. Stiamo cercando l’assassina dovunque.-
-Non la
troverete.- interviene la Vedova Nera –Iron Maiden è un’esperta nello
scomparire nelle ombre. Ha avuto un addestramento di prim’ordine.-
-Sembra conoscerla
bene.- le dico.
-Siamo state
addestrate insieme, io sono stata la prima del nostro corso e lei la seconda.
Non le è mai andata giù.-
Vorrei avere qualcosa di
intelligente da dire ma non mi viene. Decido di tacere ed accompagno Liz fuori
dalla stanza.
-Come ti senti?-
le chiedo.
-Bene , tutto
sommato. Ho avuto giorni migliori ma anche peggiori.- risponde.
-In effetti
sembri averla presa molto meglio di quanto ci si potrebbe aspettare.-
Le tenta una risatina ed
aggiunge:
-Quando tuo
marito, tuo suocero ed il tuo fratellastro sono tutti ex supercriminali ti
abitui in fretta a certe cose. Credo di
essere stata minacciata o rapita da tutti i nemici dell’Uomo Ragno fin da prima
di avere compiuto 18 anni.-
-Non è molto
diversa dalla mia esperienza con i nemici di Devil.- ribatto.
Ci scappa una risata ad
entrambe.
-Abbiamo molte
cose in comune, pare.- commenta Liz.
-Vero.- ribatto
–Non te l’ho mai detto prima, ma credo che tu sia la compagna adatta per mio
fratello.-
-Grazie… avevo
bisogno di sentirmelo dire.-
-Beh… come dicevano
in quel film? Questo potrebbe essere l’inizio di una bella amicizia.-
E sa il Cielo se ho bisogno di
amiche.
La frase di
Bullet mi ha distratto quel tanto che basta al mio avversario per scrollarsi di
dosso il mio peso dalla schiena e farmi cadere.
Bullet si muove più rapido di quanto
si potrebbe pensare vista la sua mole e mi piomba addosso schiacciandomi col
suo peso.
-Te l’avevo detto
Devil…- mi dice -… devi smettere di impicciarti degli affari altrui e ora,
forse è troppo tardi.-
Il suo pugno cala come un maglio
verso la mia testa.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Non
c’è davvero molto da dire su quest’episodio, quindi diciamolo subito:
1)
Bullet
è un nemico di Devil creato da Ann Nocenti & John Romita Jr. su Daredevil
Vol. 1° #250. È un ex operativo della C.I.A. che chissà come ha acquisito forza
e resistenza superumane. Lavora per il miglior offerente in operazioni molto
poco legali.
2)
Iron
Maiden è un personaggio creato da Ralph Macchio (no: non l’attore di Karate Kid
-_^) & George Perez su Marvel Fanfare Vol. 1° #11. Efficiente assassina
russa divenuta mercenaria si è recentemente unita al gruppo segreto di super
mercenari guidato dall’ambiguo Mike Rogers come visto in Vendicatori Segreti
MIT dove la ritroverete presto.
3)
Per
i pochi che non lo sapessero, il suocero di Liz Allen Osborn è Norman Osborn,
il Goblin originale, suo figlio Harry, il defunto marito di Liz, è stato Goblin
a sua volta e il fratellastro materno di Liz è Mark Raxton, alias Molten,
supercriminale pentito. Bella cosa i parenti, vero? -_^?
4)
Nota
di continuity: gli eventi dei primi due capitoli di quest’episodio sono
precedenti a quanto narrato su Marvel Knights #65/66 e nei primi tre capitoli
di Marvel Knights #67 nei segmenti riguardanti la Vedova Nera e Devil mentre
quelli narrati Quelli nei capitoli 3 e 4 di Marvel Knights #67 sono
sostanzialmente contemporanei e quelli del quinto capitolo sono successivi.
Nel prossimo
episodio: Devil deve vedersela con Bullet mentre il Seminatore di Morte fa la
sua mossa. Chi lo (o la) fermerà? In più: se il misterioso Consorzio aveva
votato di non uccidere Foggy Nelson, perché Iron Maiden ha tentato di farlo? Le
risposte sempre qui.
Carlo
[1] Come raccontato su Daredevil Vol. 1° #58/60 (Prima edizione italiana Devil, Corno, #55/57).
[2] Ma se voi, invece, voleste saperne di più, dovreste leggere Daredevil Vol. 1° #78/84 (Prima edizione italiana Devil, Corno, #77/83).
[3] E voi ricordate chi l’ha detto? -_^
[4] Non credeteci sulla parola: leggete Devil MIT #61.
[5] Nella storia “Ombre del passato” nello Speciale del 50° anniversario di Devil.
[6] Nell’ultimo episodio.
[7] Appellativo in Russo che non si dovrebbe mai dare ad una donna perbene. -_^
[8] Come ben sa chi ha letto Vendicatori Segreti MIT #15/17.